Guida turistica Cesena

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Cesena è una città di origini umbro-etrusche, ed ha conosciuto un'epoca di magnificenza al tempo dei Malatesta, dal 1378 al 1465.
I Malatesta hanno dato al centro storico la struttura odierna, e hanno lasciato in eredità la splendida Biblioteca Malatestiana, che è stata la prima biblioteca civica d'Italia e d'Europa, dal 2008 dichiarata Patrimonio dell'Unesco.
Si tratta dell'unico esempio di biblioteca monastica umanistica giunta fino a noi perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.
Da vedere a Cesena:
- l'Abbazia benedettina del Monte, con la collezione di ex voto, una raccolta di 690 tavolette dipinte a partire dal 1400 che raffigurano i miracoli della Vergine del Monte a protezione di Cesena
- la Rocca Malatestiana, la fortezza nata per difendere la città
- il Centro Storico, formato da numerose chiese e palazzi di notevole interesse storico e artistico, e delimitato dalle mura
- Villa Silvia-Carducci, sui colli di Lizzano, che ospita "Musicalia", un museo tutto dedicato alla musica meccanica, unico in Italia.

Cesena è stata fondata dagli umbro-etruschi verso il VI-V sec. a.C.
Successivamente sopraggiungono i Galli (IV secolo a.C.), che hanno introdotto l'allevamento suinicolo lasciato profonde tracce nella lingue locale, ai quali hanno fatto seguito:
i Romani (che fondano nel 268 a.C. la colonia di "Ariminum" (Rimini)), che lasciano ben visibile la colossale opera di centuriazione del territorio cesenate, che suddivide la campagna in un perfetto reticolato
i Goti di Teodorico, poi viene riconquistata dai Bizantini e, poi Cesena rientra nei territori sotto il controllo pontificio.
Alla fine del XII sec., affrancatasi dall'Arcivescovo di Ravenna, Cesena diventa un libero Comune; nel '300 la breve Signoria degli Ordelaffi viene bruscamente interrotta dall'intervento del legato pontificio Albornoz, che riesce a sottomettere Cesena e la dota di un nuovo Palazzo del Governatore, oggi il Palazzo Comunale.
Nel 1377 il "Sacco dei Brettoni", dove un contingente di soldati mercenari bretoni al soldo di papa Gregorio XI, comandati da Roberto di Ginevra (futuro antipapa Clemente VII) e del condottiero Giovanni Acuto (John HawcKwood), mette a ferro e fuoco la città. I cronisti del tempo riferiscono di alcune migliaia di morti e di altrettanti deportati tra la popolazione civile.
E' poi con la Signoria dei Malatesta che ha inizio per Cesena il momento di maggior splendore: a Galeotto si deve l'inizio dei lavori della nuova Rocca e della nuova Cattedrale; nel 1385 gli succede Andrea Malatesta, che spiana le pendici del Colle Garampo ottenendo la cosiddetta Piazza Inferiore (l'attuale Piazza del Popolo). È poi la volta di Carlo e, nel 1429, di Malatesta Novello, che dona alla città (tra il tra 1447 e il 1452) la splendida Biblioteca, ricavata all'interno del convento dei Frati Francescani.
Nel 1465, alla morte di Novello Malatesta, Cesena torna sotto il dominio pontificio e nel 1500 sotto il dominio di Cesare Borgia, detto il Valentino. La città, elevata al rango di capitale, viene visitata da Leonardo da Vinci che fa rilievi alla Rocca e fornisce il progetto per il porto di Cesenatico.
Caduto il ducato di Borgia, Cesena torna definitivamente alla Chiesa e a una dimensione locale dominata economicamente dall'agricoltura.
Cesena è famosa per aver acuto vari Papi: nel 1724 Pierfrancesco Orsini (Benedetto XIII), nel 1775 Giovan Angelo Braschi (Pio VI), Pio VII Chiaramonti (1800-1823) e Pio VIII Castiglioni (1829-1830).
Fra il 1843 e il 1846 viene costruito un nuovo Teatro Comunale, l'attuale Teatro Bonci.
Con l'Unità d'Italia Cesena diventa luogo di lotte politiche interne: ad un fine '800 in cui prevalgono i liberali, segue un primo '900 repubblicano. La Seconda Guerra Mondiale, con la Linea Gotica che corre sul crinale appenninico a pochi chilometri dalla città, segna profondamente la vita cittadina.
Il dopoguerra assiste alla salita di Cesena a realtà di livello internazionale nel comparto agroalimentare, soprattutto in materia di ricerca e biotecnologie.
Dal 1992 Cesena, pur non essendo capoluogo, contribuisce alla denominazione della Provincia unitamente a Forlì, e oggi può vantare una posizione di primo piano anche in altri settori economici, una vita culturale intensa ed un ottimo livello di qualità della vita.

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